Chi sono
Con questo intento ho dato vita ad un progetto artistico a carattere territoriale: “Rinascimento della Materia”, con l’obbiettivo di “elevare” il contenuto culturale di un elemento naturale .... la pietra della Maiella, da troppo tempo imprigionata nella gabbia dell'artigianato artistico, per liberarla, proiettandola nel mondo della scultura contemporanea. Essa pertanto viene trasformata dall’utilizzo tradizionale, codificato dal binomio oggetto-funzione, a innovazione, diventando il mezzo per comunicare il mio linguaggio artistico, finalizzato alla ricerca di nuove forme, che seguendo una connotazione estetica-emozionale, emergono dalla materia plasmata per raccontare una storia contemporanea.
Il desiderio infinito di indagare me stesso in profondità, è trasferito poi nella tridimensionalità della pietra, arrivando negli angoli più bui, la esploro, la svuoto fino a “rubarle” una dimensione, riportando in superfice la leggerezza della forma, come ad approdare ad un concetto di “Bidimensionalità plasmata”.
L’astrazione del volume morto, porta alla luce l’anima viva della materia, un energia intima e irrequieta, che pur di liberarsi spinge con forza verso l’esterno, duella con la pietra stessa che tenta di contenerla, ma la sua potenza è tale che la schiaccia, la assottiglia, la piega, generando così la sospirata opera.
My concept of sculpture, relative to Classical sculpture defined by the “volume-weight” ratio and historically grounded on the ground, evolves from this perspective. The works ascend lightly upwards, seeking unexplored horizons and finding vertical walls to anchor to, appropriating this new space and materializing the initial desire for “Elevation.”
Questa mia idea di scultura, partendo da quella Classica, intramontabile, definita anche dal rapporto “volume-peso” e storicamente poggiata a pavimento, si pone come evoluzione di tale chiave di lettura, le opere infatti, si elevano leggere verso l’alto e, viaggiando in cerca di orizzonti inesplorati, trovano pareti verticali dove ancorarsi, appropriandosi di questo nuovo spazio, materializzano l’iniziale idea di “Elevazione”.
The abstraction of dead volume brings forth the living soul of matter, an intimate and restless energy that strives to break free, pushing forcefully outward. It duels with the stone that tries to contain it, but its power crushes, thins, and bends it, ultimately creating the long-awaited artwork. The balance between physical and spiritual volume governs the sculpture, characterized not only by lightness but also by the purity of form, soft yet strict lines, elasticity, tension, and dynamism sought within seemingly sterile matter, sometimes amplified by the use of cords that bind thin and deformed segments, fixing the form. Cutting these cords would instantly disrupt the hard-earned equilibrium, akin to a “memory effect.”
Le opere incontrano così lo sguardo dell’osservatore, avviano un dialogo, raccontando con il “pieno” il loro vissuto, talvolta con la presenza di fossili, (riportati in vita dopo milioni di anni, ma costretti ad un linguaggio contemporaneo), e aprendosi ascoltano l’interlocutore, tentando di imprigionare nella profondità dei loro “vuoti” le problematiche catturate nel discorso.
Il concetto della solidità/peso della pietra è ribaltato, si fa portavoce di fragilità e leggerezza, metafora della società capitalista contemporanea, troppe volte capace di comunicare con mezzi virtuali la propria solitudine esistenziale.
Alongside the artistic expression described, I’ve felt the need to explore the support/base used for displaying small/medium sculptures, aiming to “revisit” its function. Transformed from a humble, servile object overshadowed by sculptures, it reveals extraordinary energy, capable of heating and reshaping the stone, becoming a creative space that “Elevates” to the extent of defining the form. The final outcome is a profound, equal relationship, an inseparable fusion between living matter and those who contribute to shaping it, showcasing an intimate pride in the achieved union.
Il mio “progetto artistico” è anche tentativo di ripristinare un “comunicare materiale”, tattile, sincero, che partendo da una estetica-emozionale, ha come obbiettivo il desiderio di evocare piacevoli sentimenti, serenità ed equilibrio, sancendo di fatto una vera e propria “Rinascita della Materia”.
Luigi Rocco D’Alimonte
This has spurred a parallel collection movement, which I also define as having “territorial identity.” By acquiring a work, one not only embraces its aesthetic aspect but also aligns with my artistic project, thus the location hosting it consecrates the cultural transformation of using “Our” material.
Luigi Rocco D’Alimonte

